corporate storytelling

Corporate Storytelling

Fare Corporate Storytelling è attualmente il modo migliore per creare una connessione efficace tra azienda e clienti.
Saperlo non basta. Trasformare la nozione in risultato richiede grande impegno e due requisiti essenziali: essere in grado di imbastire una narrazione avvincente e avere il coraggio di rompere gli schemi e tentare una nuova strada.
Tanti tentativi di storytelling sono, in effetti, vecchi messaggi pubblicitari riadattati al contesto attuale, del tutto fuori sintonia con le persone.
Non basta etichettare un chiaro contenuto pubblicitario come “storia” per fare Corporate Storytelling: è necessario fare un passo indietro ed entrare in empatia con le persone, comprendere la loro visione del mondo.

Fare Corporate Storytelling: essere autentici per raggiungere il pubblico

Per questo ci vuole coraggio per creare una grande storia, non si tratta solo di imbastire storie interessanti per la nostra fascia di mercato: per raggiungere il pubblico, la tua narrazione deve essere autentica, perché l’autenticità è il vero collante tra le persone e la tua azienda.
Quando ascoltiamo una storia, la guardiamo al cinema o la leggiamo in pdf, il nostro cervello tende a “sincronizzarsi” e identificarci come parte della storia.
Si tratta del neuro coupling, un fenomeno che consiste nella coincidenza di lettore e narratore ed è una delle basi su cui fa leva uno storytelling aziendale vincente, un modo per connettersi a livello davvero più profondo con i sentimenti delle persone.
Ma per far questo è importante conoscere a fondo il pubblico a cui ci rivolgiamo e il risultato può essere sorprendente.

Fare Corporate Storytelling: il potere in mano al pubblico

Non si può pensare di ricorrere a logori messaggi di vendita oggi: è il momento invece di costruire una narrazione generale e coerente che illustri il vantaggio che si offre ai clienti andando oltre i fatti e raggiungendo le loro emozioni.
Il consumatore medio elabora più di 100.000 parole ogni giorno, non ti sembra il caso di scegliere con cura quelle che utilizzerai nelle tue storie? La maggior parte degli acquisti sono il risultato di una spinta emotiva più che di un comportamento razionale.
L’advertising tradizionale rischia di perdersi nella smisurata offerta di informazione, devi dare alle persone quello che vogliono e loro si ricorderanno di te!
E cosa vogliono? Storie.
Nessuno si preoccupa minimamente dei tuoi obiettivi di marketing, ma a tutti piacciono belle storie.
Una storia avvincente è in grado di indirizzare i potenziali clienti all’acquisto, eppure ancora tante aziende hanno paura ad abbracciare in senso pieno la narrazione puntando su formule più comuni e consolidate.
Le buone storie ci sorprendono, ci emozionano. Hanno personaggi affascinanti e intriganti, ci fanno riflettere e pensare. Si fissano nella nostra mente e si collegano a idee e concetti in un modo molto diverso da un annuncio pubblicitario; le storie ci convincono e ci fanno sognare, ci ispirano e ci motivano.
I formati utilizzabili sono tantissimi e molto versatili: video, infografiche, immagini e testi o puoi usare anche un mix di tutti questi. Non si identifica più un ipotetico target ma ci si rivolge direttamente ai lettori/fruitori.
Da un lato i social media hanno reso la comunicazione con le aziende semplice e veloce, avvicinando le persone, dall’altro hanno consentito ai brand di far circolare i propri marchi e prodotti all’interno delle newsfeed dei lettori, tra le foto delle vacanze degli amici e quelle dei parenti lontani.
Un vantaggio non da poco!
Condividiamo ogni mese miliardi di immagini, un fiume in piena di informazioni che riguardano noi e chi ci sta vicino, e così fanno tutti quelli con cui siamo in contatto.
Ecco, per emergere in questo diluvio di comunicazione, il contenuto deve essere molto convincente.

Come si crea una buona storia?
Creare una buona storia significa aprire un vero dialogo, raccontarsi aprendosi alle opinioni. Vuol dire attivare dei canali di comunicazione immediata e diretta con le persone. Significa assumersi dei rischi.