Ambush Marketing: Farsi Pubblicità Sfruttando Gli Altri
La tecnica “sleale” di marketing non convenzionale
L’espressione Ambush Marketing si riferisce ad una associazione indebita e non autorizzata tra un brand e un particolare evento pubblico e mediatico.
Non possiamo considerarla, infatti, solo una vera e propria tecnica di marketing non convenzionale, poiché è più opportuno annoverarla soprattutto tra le tecniche “sleali” che un’azienda mette in atto nei confronti dei propri concorrenti.
Ogni volta che un marchio compare all’interno di una manifestazione pubblica in maniera ben visibile, pur non facendo parte degli sponsor autorizzati, siamo di fronte ad un esempio di Ambush Marketing. L’azienda in questione cerca di ottenere visibilità, intromettendosi in maniera non ufficiale in un evento mediatico.
Per capire meglio in cosa consiste questa particolare tecnica, la cui denominazione fu coniata nel 1980 dal marketing strategist Jerry Welsh, sarà utile citare alcuni tra gli esempi più famosi.
Casi eclatanti di Ambush Marketing
Nel 2007 la Sony lanciò la nuova PlayStation in Francia. All’evento di presentazione però, fu ben visibile il logo della sua diretta concorrente, l’XBOX 360, che sfruttò l’occasione per apparire con maggiore popolarità mediatica, come possiamo vedere nell’immagine.
Nel 2008, durante la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi, l’atleta Li Ning, ultimo tedoforo, oltre ad essere un ginnasta era anche imprenditore di una omonima azienda di abbigliamento sportivo.
Le varie azioni di Ambush Marketing che si sono succedute nel corso degli anni hanno portato ad intervenire sui contratti di sponsorizzazione, al fine di impedire queste pratiche non convenzionali e sleali. Si sono iniziate a concepire, quindi, sponsorizzazioni con maggiori barriere e pacchetti completi in grado di garantire l’esclusività.
Il “gioco sporco” praticato dalle aziende che intraprendono azioni di Ambush Marketing si deve soprattutto al fatto che, molto spesso, le pratiche convenzionali di pubblicità risultano poco efficaci. Questa tecnica non proprio leale, invece, permette grandi ritorni in termini di visibilità. Si può, infatti, inserire tra le tecniche di Marketing Virale.