I Facebook Files Svelano Le Linee Guida Sulla Censura Di Facebook
Li hanno soprannominati “Facebook files”, e sono stati resi pubblici dal Guardian. Si tratta di una serie di slide contenenti le linee guida sulla censura per i moderatori di Facebook.
La questione della revisione sul noto social network è sempre stata argomento di discussione, data la natura imprevedibile delle censure che sembravano consentire la permanenza di alcuni contenuti ma non di altri simili senza un apparente criterio.
Adesso che le linee guida sono state pubblicate, i motivi di queste cancellazioni inaspettate dovrebbero diventare un po’ più chiari, anche se gli stessi sviluppatori hanno ammesso di aver avuto molti problemi a raggiungere un accordo sugli argomenti più controversi.
I motivi della realizzazione delle linee guida
Le slide forniscono regole relative a tutti gli scenari possibili, dal razzismo, alla violenza, al nudo e al sesso.
Il motivo di una policy così dettagliata e inflessibile è semplice: i social, e Facebook in particolare, sono contenitori abitati da milioni di persone capaci di produrre quantità notevoli di contenuti (si stimano oltre sei milioni di report a settimana da parte di account fake), e i moderatori hanno spesso pochi secondi di tempo per decidere se approvare o meno un post. Per aiutarli in questo compito, si sta facendo sempre più ricorso all’intelligenza artificiale per la ricerca e l’individuazione di contenuti grafici problematici.
Esempi di censura
Gli scenari figurati dagli sviluppatori sono davvero moltissimi, anche se non sempre le regole applicate sono inequivocabili, in particolare quelle legate ai contenuti sessuali. Per dirne una: opere d’arte disegnate a mano rappresentanti nudi o atti sessuali sono considerate accettabili, ma gli stessi contenuti realizzati in digitale non lo sono.
Una slide in particolare è dedicata al cosiddetto revenge porn, i contenuti a sfondo sessuale di cui i protagonisti non hanno autorizzato la diffusione e che non sono considerati accettabili.
Per quanto riguarda i messaggi di odio, invece, questi vengono eliminati se diretti a persone reali ed identificabili (in particolare quando si tratta di personalità di spicco o capi di stato, nel quel caso i post vengono a tutti gli effetti considerati delle minacce). Sono invece accettabili messaggi di odio generici poiché, a detta degli sviluppatori, non sono minacce o istigazioni effettive ma soltanto un modo per sfogare frustrazioni e invidie.
Interessante anche la policy sui video contenenti atti di autolesionismo, per i quali Facebook si riserva il diritto di non censurare chi ha evidentemente bisogno di aiuto e non trova altro modo per esprimerlo.
Controverse, invece, le regole relative al maltrattamento degli animali, mentre sono severissime quelle legate ad abusi sui bambini che, nel migliore dei casi, ricevono solo un flag e un messaggio di avvertimento. Uno degli scopi principali delle linee guida, infatti, è la sensibilizzazione dell’utenza contro i contenuti violenti.
Un interessante insight di una delle macchine sociali più imponenti al mondo. E voi, cosa ne pensate? Siete mai incappati in un atto di censura da parte del social network?
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